E' notizia di qualche giorno fa dell'accordo di promozione tra ICE (Istituto Commercio Estero) e Amazon per favorire l'export italiano attraverso l'utilizzo della piattaforma.
L'accordo si basa sulla promozione delle aziende italiane aderenti nella Vetrina dedicata al Made in Italy la quale presenta a mio parere alcune "criticità" emergenti che evidenzio di seguito.
Confido possano diventare (se mai qualcuno di Amazon leggerà 😃) delle possibile aree di miglioramento a vantaggio delle aziende italiane anche in vista dell'attuazione dell'importante accordo.
La Vetrina Made in Italy
La vetrina per i prodotti italiani, esistente dal 2015, è in una fase di aggiornamento strutturale e grafico (sul sito tedesco ed inglese ad esempio sono ancora quelle originarie) a partire dalla pagina principale.![]() |
Amazon.it Homepage Made in Italy |
Ma è 100% Made in Italy?
Ad esclusione delle categorie "vini e gourmet" controgarantiti da enti terzi (i.e. consorzi DOC) e dell'area handmade legata alla sede dell'artigiano, oltre a dei requisiti tecnici, il requisito "di origine italica" essenziale per entrare a far parte della vetrina è che i marchi/prodotti in vendita vengano dichiarati made in italy dal venditore.Ovviamente il venditore si assume tutte le responsabilità, ma con un piccolo particolare: superato il controllo iniziale un'azienda malfidata potrebbe introdurre successivamente prodotti realizzati anche all'estero sotto lo stesso "marchio" con cui ha dichiarato che i prodotti sono fatti in Italia.
Ad oggi per Amazon (o per chiunque) è difficilissimo (impossibile?) controllare l'origine di ogni singolo prodotto.
Un esempio critico?
Entrando nella vetrina categoria Moda Donna si incontrano marchi con il nome italiano di piena proprietà di aziende estere, ma non solo, si può arrivare ad esempio a prodotti descritti come "Creati in Europa" (finendo però tutti dentro la vetrina Made in Italy fino a prova contraria): https://www.amazon.it/dp/B0164MQCKY![]() |
Amazon.it - Scheda prodotto creato in Europa da venditore inglese |
Dubbi favoriti da legislazione sfavorevole al consumatore?
Magari il venditore è serissimo ed espone solo prodotti realizzati in Italia ma il dubbio rimane: nel mentre il consumatore medio è convinto che tutti i prodotti dentro la vetrina Made in Italy siano realizzati e venduti da aziende italiane magari anche fuorviati dal nome dei marchi e dei venditori "italianizzati".
Una proposta per Amazon
Non essendoci la tracciabilità di prodotto per la maggior parte delle categorie Made in Italy, si potrebbe pensare di vincolare il venditore ad includere nella scheda prodotto il nome e indirizzo dello stabilimento dove viene prodotto.In mancanza di questa informazione il prodotto non comparirebbe nella vetrina.
Se un venditore non desiderasse inserire questa informazione (magari non vuole rivelare il nome del produttore da cui si rifornisce) potrebbe comunque continuare a vendere liberamente indicando nelle sue descrizioni che il prodotto è made in italy, ma verrà escluso dalla selezione.
Le aziende manifatturiere italiane invece potrebbero vedere riconosciuta pubblicamente la qualità del proprio prodotto in una vetrina altamente qualificata.
Infine questo porterebbe ancora una volta Amazon all'avanguardia nell'attenzione del consumatore nonché vero promotore del Made in Italy nel mondo.
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